Pagamenti digitali: com’è la situazione in Italia?

La tecnologia ha cambiato la vita dei cittadini di ogni angolo del pianeta, come si evince costantemente nella quotidianità degli stessi. Anche il commercio, per quanto ovvio, non fa difetto in tal senso. E quanto accaduto negli ultimi anni è una indiscussa controprova. I pagamenti digitali, infatti, sono diventati d’uso giornaliero per milioni di italiani, spinti anche da normative europee e incentivi governativi volto a limitare l’utilizzo del contante.

A differenza di altre nazioni, come – ad esempio – quelle del Nord Europa, l’utilizzo del contante resta una presenza costante nel nostro paese, anche se, come analizzeremo nel prosieguo dell’articolo, si sta riducendo col passare del tempo, a tal punto che si paventa possa diventare del tutto marginale entro due/tre lustri.

Pagamenti digitali in ascesa, ma il contante gioca ancora un ruolo centrale in Italia

In base a una ricerca condotta da Ecommpay, il 69% degli italiani ha effettuato un pagamento digitale nel corso dei primi mesi del 2025. Ma è un dato, più d’altri, a certificare, con la ceralacca, la crescita dei pagamenti digitali nel nostro paese: nel 2023, le transazioni commerciali risultavano pari a circa 444 miliardi, +12% rispetto all’anno precedente.

A fare la parte del leone, per quanto ovvio, sono state le carte di pagamento (debito, credito, prepagate), che hanno rappresentato quasi il 75% del totale dei pagamenti non in contanti e che al termine del 2025 potrebbe attestarsi attorno ad un valore complessivo pari a 410 miliardi di euro.

La crescita del digitale, tuttavia, non ha soppiantato l’utilizzo del contante, che resta lo strumento prediletto nelle transazioni “persona a persona” (41% contro il 33% dei pagamenti digitale). Per alcuni soggetti, perlopiù d’età avanzata, l’utilizzo del contante è propedeutico ad un miglior controllo delle spese, in particolar modo in contesti d’inflazione elevata (come nel 2022).

Contanti marginali nei negozi al dettaglio: l’impetuosa crescita dei pagamenti digitali

Volgendo lo sguardo all’intero Vecchio Continente, si nota come i pagamenti digitali siano diventati ormai predominanti nei negozi al dettaglio (30%) rispetto a carte di credito (27%), carte di debito (23%) e contanti (16%).

Da sottolineare il notevole balzo compiuto dai “pagamenti mobile”: le transazioni tramite smartphone e smartwatch sono cresciute del 53% rispetto a un anno fa arrivando a quasi il 10% del totale dei pagamenti digitali, grazie anche alla possibilità di poter effettuare pagamenti dilazionati per l’acquisto di beni e servizi a maggior valore aggiunto.

D’altro canto, l’utilizzo di wallet digitali è in costante e rapida diffusione, come testimonia il crescente numero di persone che effettuano transazioni commerciali utilizzando il proprio smartphone anziché la carta di pagamento. Si stima che questo segmento possa raggiungere 85 miliardi di euro nel corso dell’anno in corso e registrare una crescita del 10% annua nel secondo lustro del terzo decennio del nuovo millennio.

Investimenti e iniziative: impulso alla digitalizzazione

Secondo Bankitalia, nello scorso biennio gli investimenti nel settore fintech del nostro paese hanno raggiunto 1,88 miliardi di euro, di cui quasi il 40% dedicato al mondo dei pagamenti digitali. L’obiettivo, come noto, è quello di accelerare la transizione digitale nel mondo dei pagamenti puntando su wallet, instant payment e contactless. E quanto accaduto nell’ultimo quinquennio ne è la prova più evidente. A livello normativo si è voluto incentivare l’utilizzo di pagamenti digitali ricorrendo a strumenti come il cashback o il PSD2, ai quali si sommano gli ingenti investimenti effettuati dai big del settore per potenziare e migliorare le infrastrutture digitali. I contanti, quindi, sono destinati a scomparire nel corso dei prossimi decenni: le nuove generazioni, quelle cresciute con internet già presente nella loro quotidianità, già oggi ricorrono prevalentemente all’utilizzo dei pagamenti digitali a discapito del “cash”.